L’Acquario di Cala Gonone ospita, dal 1 maggio al 1 novembre , la mostra fotografica Deas Pintadas, sulle orchidee spontanee in Sardegna.
L’iniziativa, curata da Giros Sardegna, con il gratuito patrocinio del Comune di Dorgali e dell’agenzia Forestas, nasce per sensibilizzare il grande pubblico sull’importanza della tutela della biodiversit? , anche attraverso la preservazione delle specie di orchidee spontanee presenti in Sardegna. Un aspetto interessante e poco conosciuto dell’ecosistema isolano che l’Acquario, in collaborazione con Giros Sardegna, vorrebbe portare all’attenzione del grande pubblico.
Quella delle Orchidaceae ? una Famiglia relativamente giovane e ancora oggi in evoluzione. In tutto il pianeta ne esistono circa 800 generi e 25.000 specie, che rappresentano circa l?otto per cento dei fiori del mondo.
Le specie presenti in Italia sono circa 200. Quelle presenti in Sardegna circa 65. In Sardegna per? purtroppo, contrariamente a quello che avviene nella stragrande maggioranza delle altre regioni italiane, non esiste una legge di tutela e protezione di questi splendidi e rarissimi fiori, nonostante diverse specie, alcune endemiche, siano a fortissimo rischio di estinzione.
A livello internazionale le orchidee spontanee sono protette dalla CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione), ratificata dall?Italia con la Legge 19 dicembre 1975, n. 874, entrata in vigore il 3 ottobre 1979.
L?antropizzazione sempre pi? massiccia degli habitat, ha determinato la scomparsa di varie specie e ha costretto molte altre ad una riduzione drastica nelle popolazioni prima floride.
Insetti, roditori grandi e piccoli si nutrono dei fiori profumati delle orchidee provocando nelle popolazioni danni a volte gravi. Ma i pi? gravi danni in questi ultimi anni stanno provenendo dai cinghiali che sono proliferati in modo incontrollabile.
E mentre gli animali citati prima si nutrono dei fiori o al massimo degli scapi, i cinghiali, invece scavano e mangiano i bulbi distruggendo per sempre il sito. Inoltre l?uso improprio e sconsiderato di veleni chimici, quali i diserbanti, dove le orchidee spontanee erano ancora presenti in numero confortante (nelle scarpate e nelle pertinenze delle strade e delle ferrovie,negli argini dei fiumi e dei canali di irrigazione) hanno determinato un?ulteriore forte impoverimento delle popolazioni di orchidee spontanee mettendo a forte rischio la loro sopravvivenza.
Per informazioni sulle iniziative sulla conoscenza e la tutela delle orchidee spontanee in Sardegna visitare il sito
www.giros.it